Cosa è il danno esistenziale? Come si prova e quando va risarcito?
Quando si è riportato un trauma della strada con lesioni fisiche importanti, o danni che possano rientrare in casi accertati di malasanità e responsabilità medica, accade di frequente che la nostra vita, il nostro modo di vivere e le nostre abitudini vengano sconvolte e la vita non torni ad essere più quella di prima.
Pensiamo al caso di chi a seguito di un incidente stradale abbia perso l’uso di un arto, o delle gambe e non possa più camminare, o di chi abbia perso la vista, o la capacità di procreare a seguito di un errato intervento medico.
Il danno esistenziale rientra nell’ambito dell’accertamento medico legale ?
Certamente. Infatti nei quesiti che il giudice pone al CTU vi è anche quello relativo all’incidenza delle lesioni nel normale svolgere delle attività quotidiane e dinamico relazionali della vita dell’individuo leso. Sarà poi compito del giudice personalizzare il danno con incremento in percentuale sull’effettiva entità delle lesioni permanenti accertate, aumentando l’importo risarcibile fino al 49%.
La personalizzazione del danno ed il danno dinamico-relazionale.
Con la personalizzazione del danno apportata dalle Tabelle del Tribunale di Milano del 2021 la figura del danno esistenziale è venuta ormai a scomparire, tanto da non volerne più i giudici sentirne parlare, per essere assorbita in quello che oggi viene comunemente chiamato, in dottrina e giurisprudenza, danno dinamico relazionale.
In fondo si tratta solo di un mutamento di nome: quello che prima veniva chiamato danno esistenziale oggi si chiama danno dinamico relazionale e rappresenta quella tipologia di danno non patrimoniale che incide negativamente nella qualità della vita del soggetto che ha riportato una lesione perché non può più svolgere attività ludiche, sportive, o ricreative che prima era solito praticare e che costituivano per lui motivo di svago, affermazione e piacere.
Danno esistenziale e personalizzazione del danno.
Il danno esistenziale è il danno arrecato all’esistenza, quel danno che si traduce in un peggioramento della qualità della vita di chi ha riportato un trauma, pur non essendo inquadrabile nel danno alla salute.
Nell’ambito della responsabilità civile per fatto illecito altrui, nonostante l’altalenarsi della giurisprudenza in merito e la personalizzazione del danno operata dal giudice proprio per distinguere ogni singolo evento danno, il danno esistenziale mantiene una propria autonomia distinta sia dal danno patrimoniale, sia dal danno morale, quale espressione di una tipologia di danno risarcibile quando si possa provare e documentare eventi tesi a sconvolgere le abitudini di vita del danneggiato, incidendo nella normale estrinsecazione della sua personalità.
Come si prova e calcola il danno esistenziale?
Non esiste un criterio univoco per la quantificazione del danno esistenziale, o dinamico relazionale che dir si voglia.
La giurisprudenza è univoca nel ritenere che il danno deve essere risarcito nella sua interezza, ma senza duplicazioni risarcitorie e, proprio per questa ragione, è assai raro che i giudici tendano a riconoscere e risarcire il danno esistenziale, se non in presenza di prove inconfutabili e rigorose, attraverso il sistema della personalizzazione del danno, ovvero aumentando in percentuale il valore del danno biologico per le lesioni subìte dal danneggiato per incidenti particolarmente gravi.
Tuttavia, come per il danno morale, espressione, invece, del dolore e della sofferenza interiore quale conseguenza del trauma riportato, la personalizzazione del danno operata dai giudici, per la liquidazione del danno dinamico relazionale, la cui forbice è molto ristretta, porta spesso, soprattutto ove non si sia assistiti da avvocati con specializzazione nel risarcimento del danno per lesioni causate da incidenti stradali o responsabilità riconducibile a negligenza ospedaliera e medica, a liquidazione di importi irrisori, rispetto alla gravità dei danni subiti.
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