Morti da infarto: i ritardi nei soccorsi
Morti da infarto e malasanità, gli errori e i ritardi nei soccorsi Di Serena Di Sisto Morti da infarto e casi di malasanità: quando il ritardo dei soccorsi o la diagnosi errata possono rivelarsi fatali per una persona? In campo sanitario, come nella legge, non sono ammessi errori, nemmeno in casi di infarto, pertanto, chi sbaglia è tenuto a risarcire per i gravi danni arrecati al paziente e/o ai familiari. E’ il caso delle morti per malasanità e ritardi nei soccorsi, soprattutto a causa di sopraggiunti problemi cardiovascolari non diagnosticati in tempo, o non presi nell’immediato. Bastano anche 10 minuti di ritardo, perché il malore sia fatale, per questo la bravura del sanitario e la tempestività, sono imprescindibili. La legge, quindi, riconosce il diritto ad essere risarciti a seguito di gravi errori in campo medico, che hanno causato la morte, o che non hanno evitato, in qualche modo, che avvenisse. Tra i danni a causa dei ritardi commessi dai sanitari, in Italia, si registrano frequenti morti da infarto, decessi che, in alcuni casi, potevano essere evitati grazie alla prontezza dello specialista, o alla velocità delle cure. Prevenire è fondamentale e una diagnosi imprecisa, o un soccorso avvenuto anche con pochi minuti di ritardo, potrebbero portare a conseguenze disastrose e irreparabili. Il diritto alla salute La Costituzione Italiana, garantisce all’articolo 32, la piena tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Questo diritto, vale anche quando la persona richiede cure, o soccorsi immediati: il mancato aiuto rapido, o la prognosi errata, sono punibili e colui che ha subito un errore medico ha diritto a richiedere il risarcimento danni. Riguardo alle morti da infarto e malasanità, gli errori e i ritardi nei soccorsi, si verificano purtroppo, a volte, anche a causa dell’intasamento del servizio medico pubblico, configurando un danno da perdita del rapporto parentale. Morti da infarto e malasanità, gli errori e i ritardi nei soccorsi: i decessi per problemi cardiovascolari Da non dimenticare, che le malattie cardiovascolari, sono diventate in Italia, la principale causa di decesso, soprattutto in età anziana. Secondo i dati statistici, ogni anno, morirebbero poco più di 230 mila persone, solo a causa di attacchi di infarto, ischemie, malattie del cuore e cerebrovascolari. L’infarto, però, non è detto che colpisca solo i soggetti in età fragile. E’ difatti stato notato come, negli ultimi periodi, siano state anche le persone di mezza età, tra i 50 e i 60 anni- e per una piccola percentuale giovani – a morire a causa di complicazioni cardiovascolari. Tali patologie, si presentano per lo più nella popolazione maschile, mentre per le donne, il problema tenderebbe a presentarsi con almeno 10 anni di ritardo. Per infarto, o sindrome di Kesperek, si intende la necrosi di un tessuto per ischemia, cioè, per grave deficit di flusso sanguigno. I sintomi che possono presentarsi in un soggetto però non sono gli stessi, bensì variano a seconda dell’organo interessato e della salute complessiva degli organi vitali. Le forme cliniche cardiovascolari più frequenti: Morti da infarto e malasanità, gli errori e i ritardi nei soccorsi: le forme cliniche cardiovascolari più frequenti che si presentano nella popolazione maschile sono: L’infarto cerebrale, che responsabile dell’80% dei casi di ictus; L’infarto del miocardio acuto L’infarto intestinale L’embolia polmonare Nel corso dell’ultimo anno, a causa dell’emergenza pandemica a causa del diffondersi del coronavirus, si sono registrati il doppio dei decessi a causa di infarti. Questo dato indica, non solo uno scarso controllo, a causa delle emergenze all’intero delle strutture ospedaliere, sia pubbliche che private, ma anche una scarsa attenzione nei riguardi di pazienti, al momento, non affetti da covid-19. A causa di tali dati, nel prossimo anno, potrebbero aumentare ancora i problemi a causa di scarse cure, o di situazioni non prese in tempo. La pressione all’interno dei reparti e tra i medici di base, non è una buona scusa per non curare o per non ritenersi responsabili di possibili morti. Il sistema sanitario è tenuto, anche in situazioni emergenziali come queste, a tutelare la salute del cittadino rispondendo per responsabilità extracontrattuale in caso di danni arrecati ai pazienti. Cosa fare in caso di malasanità e a chi rivolgersi? Quando si è verificato un evidente caso di malasanità, il soggetto portatore del danno o i suoi familiari, devono rivolgersi ad un avvocato specializzato in responsabilità medica. L’Avvocato esperto in malasanità illustrerà quelli che sono i diritti del paziente, studierà i documenti e le pratiche per definire e dimostrare in tutte le sedi l’errore del medico, al fine di tutelare i diritti della persona danneggiata. La figura dell’avvocato esperto in malasanità è fondamentale per raccogliere e studiare la documentazione per avere il risarcimento del danno subito a cui possono rivolgersi gli stessi portatori degli interessi del danneggiato, o i prossimi congiunti nel caso di danno da morte. Descrivici il tuo caso, ADISM è a tua completa disposizione!