Last Updated on 14 Agosto 2024 by Gianluca Sposato
Morti da infarto e malasanità, gli errori e i ritardi nei soccorsi
Di Serena Di Sisto
Morti da infarto e casi di malasanità: quando il ritardo dei soccorsi o la diagnosi errata possono rivelarsi fatali per una persona?
In campo sanitario, come nella legge, non sono ammessi errori, nemmeno in casi di infarto, pertanto, chi sbaglia è tenuto a risarcire per i gravi danni arrecati al paziente e/o ai familiari.
E’ il caso delle morti per malasanità e ritardi nei soccorsi, soprattutto a causa di sopraggiunti problemi cardiovascolari non diagnosticati in tempo, o non presi nell’immediato.
Bastano anche 10 minuti di ritardo, perché il malore sia fatale, per questo la bravura del sanitario e la tempestività, sono imprescindibili.
La legge, quindi, riconosce il diritto ad essere risarciti a seguito di gravi errori in campo medico, che hanno causato la morte, o che non hanno evitato, in qualche modo, che avvenisse.
Tra i danni a causa dei ritardi commessi dai sanitari, in Italia, si registrano frequenti morti da infarto, decessi che, in alcuni casi, potevano essere evitati grazie alla prontezza dello specialista, o alla velocità delle cure.
Prevenire è fondamentale e una diagnosi imprecisa, o un soccorso avvenuto anche con pochi minuti di ritardo, potrebbero portare a conseguenze disastrose e irreparabili.
Il diritto alla salute
La Costituzione Italiana, garantisce all’articolo 32, la piena tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Questo diritto, vale anche quando la persona richiede cure, o soccorsi immediati: il mancato aiuto rapido, o la prognosi errata, sono punibili e colui che ha subito un errore medico ha diritto a richiedere il risarcimento danni.
Riguardo alle morti da infarto e malasanità, gli errori e i ritardi nei soccorsi, si verificano purtroppo, a volte, anche a causa dell’intasamento del servizio medico pubblico, configurando un danno da perdita del rapporto parentale.
Morti da infarto e malasanità, gli errori e i ritardi nei soccorsi: i decessi per problemi cardiovascolari
Da non dimenticare, che le malattie cardiovascolari, sono diventate in Italia, la principale causa di decesso, soprattutto in età anziana.
Secondo i dati statistici, ogni anno, morirebbero poco più di 230 mila persone, solo a causa di attacchi di infarto, ischemie, malattie del cuore e cerebrovascolari.
L’infarto, però, non è detto che colpisca solo i soggetti in età fragile.
E’ difatti stato notato come, negli ultimi periodi, siano state anche le persone di mezza età, tra i 50 e i 60 anni- e per una piccola percentuale giovani – a morire a causa di complicazioni cardiovascolari.
Tali patologie, si presentano per lo più nella popolazione maschile, mentre per le donne, il problema tenderebbe a presentarsi con almeno 10 anni di ritardo.
Per infarto, o sindrome di Kesperek, si intende la necrosi di un tessuto per ischemia, cioè, per grave deficit di flusso sanguigno.
I sintomi che possono presentarsi in un soggetto però non sono gli stessi, bensì variano a seconda dell’organo interessato e della salute complessiva degli organi vitali.
Le forme cliniche cardiovascolari più frequenti:
Morti da infarto e malasanità, gli errori e i ritardi nei soccorsi: le forme cliniche cardiovascolari più frequenti che si presentano nella popolazione maschile sono:
- L’infarto cerebrale, che responsabile dell’80% dei casi di ictus;
- L’infarto del miocardio acuto
- L’infarto intestinale
- L’embolia polmonare
Nel corso dell’ultimo anno, a causa dell’emergenza pandemica a causa del diffondersi del coronavirus, si sono registrati il doppio dei decessi a causa di infarti.
Questo dato indica, non solo uno scarso controllo, a causa delle emergenze all’intero delle strutture ospedaliere, sia pubbliche che private, ma anche una scarsa attenzione nei riguardi di pazienti, al momento, non affetti da covid-19.
A causa di tali dati, nel prossimo anno, potrebbero aumentare ancora i problemi a causa di scarse cure, o di situazioni non prese in tempo.
La pressione all’interno dei reparti e tra i medici di base, non è una buona scusa per non curare o per non ritenersi responsabili di possibili morti.
Il sistema sanitario è tenuto, anche in situazioni emergenziali come queste, a tutelare la salute del cittadino rispondendo per responsabilità extracontrattuale in caso di danni arrecati ai pazienti.
Cosa fare in caso di malasanità e a chi rivolgersi?
Quando si è verificato un evidente caso di malasanità, il soggetto portatore del danno o i suoi familiari, devono rivolgersi ad un avvocato specializzato in responsabilità medica.
L’Avvocato esperto in malasanità illustrerà quelli che sono i diritti del paziente, studierà i documenti e le pratiche per definire e dimostrare in tutte le sedi l’errore del medico, al fine di tutelare i diritti della persona danneggiata.
La figura dell’avvocato esperto in malasanità è fondamentale per raccogliere e studiare la documentazione per avere il risarcimento del danno subito a cui possono rivolgersi gli stessi portatori degli interessi del danneggiato, o i prossimi congiunti nel caso di danno da morte.