Trauma e dolore: l’importanza della terapia e consulenza psicologica.
Dott.ssa Agnese Scappini
Il danno morale non è oggetto di valutazione medico legale.
Il dolore, la sofferenza a seguito di lesioni riportate in un incidente stradale, sul lavoro, o per errore medico non rientrano nell’ambito dell’accertamento medico legale. Come provare allora un danno che appartiene alla sfera interiore ed ottenere un risarcimento per questa tipologia di danno?
Il trauma psichico come ferita – rottura e la memoria del dolore
Quanto sentiamo dire “ho subito un trauma”, “l’hai traumatizzato”, “un evento traumatico” cosa intendiamo nello specifico? Il termine “trauma” viene dal greco e per l’esattezza dal verbo TITROSKO: ferire. Dunque TRAUMA-ATOS sostantivato è ferita-rottura, ed in effetti usiamo lo stesso termine per indicare un trauma al ginocchio e un trauma… all’anima: giusto? Più o meno è così.
Ciò a cui un evento traumatico, sia un incidente stradale, o la perdita di un familiare a causa di esalazioni velenose sul lavoro, rimanda è certamente la sfera del dolore, che sia un dolore alla gamba, o che sia un dolore più intenso e lungo da curare dell’anima. Il dolore ha una funzione importantissima nel nostro sistema di sviluppo e sopravvivenza (tanto che la CIPA o insensibilità congenita al dolore è una malattia rara quanto pericolosa): quello di fissare, in maniera estremamente forte e indelebile, in memoria quel determinato evento che ne è stato la causa. Perché? Per far sì che noi e le nostre generazioni future possiamo evitare di replicarlo o che si replichino le condizioni che lo hanno causato. Si, perché la traccia di uno specifico e traumatico evento doloroso è trasmessa geneticamente anche alle generazioni future.
La consulenza legale in ambito psicologico
Della sofferenza interiore molto spesso non si tiene adeguatamente conto nella valutazione e nel computo globale del danno ed il compito del medico e/o dello psicoterapueta è quello di alleviare il dolore del paziente e di aiutarlo a guarire. La consulenza dello psicologo può essere un valido sostegno anche ai fini della descrizione dell’evento traumatico e del percorso terapeutico seguito dal danneggiato, anche perché il dolore non si dimentica facilmente.
Oggi ci sono innumerevoli studi di epigenetica che dimostrano come i geni registrino un trauma. Uno studio su Frontiers in Neuroscience ha dimostrato che separare un cucciolo dalla propria madre induce, nel giro di poche decine di minuti, una “impronta” nel cervello dell’animale che ne influenzerà il comportamento futuro, se la separazione persiste o viene ripetuta nel tempo. La separazione dalla madre dell’animale è un trauma che gli umani sperimentano anche nella minaccia alla propria integrità e incolumità (guerre, catastrofi naturali, aggressioni, incidenti) indipendenti dalla separazione. L”impronta” può trasmettersi ai figli o addirittura ai nipoti.
A questo proposito si possono riportare innumerevoli studi a conferma, tra i più celebri troviamo quello di Frontiers in Endocrinologiy del Mount Sinai Hospital a Manhattan, fatto su donne ebree internate in campi di concentramento nazisti. I figli dell’Olocausto, concepiti dopo il crollo del nazismo, mostravano, rispetto ai controlli, una scarsa produzione di cortisolo come difesa dallo stress: un deficit che può dare origine a vari disturbi sia di tipo psichiatrico che internistico. Quali possono essere i meccanismi di questo fenomeno? Con tutta probabilità di tipo epigenetico, che possono estendere i loro effetti anche alle generazioni future, ai nipoti delle donne dell’olocausto. In una recente review, il gruppo internazionale Network in Epigenetic Epidemiology documenta che sono possibili segnature epigenetiche in utero che lasciano impronte nelle cellule sessuali dei figli, i quali, una volta diventati genitori, possono trasmettere la segnatura epigenetica ai loro figli. Trasmissione epigenetica che si sospetta avvenga per via materna e paterna: anche lo spermatozoo, infatti, pur essendo, a differenza dell’ovocita, una cellula altamente rinnovabile, è ricco delle orme della vita del suo proprietario, come si legge in una recente review su Frontiers in Genetics.
Il trauma infantile ed il mutamento del bio sistema
Ovviamente questa segnatura dovuta al trauma può avvenire sia nella vita adulta che in quella infantile, seppur in quest’ultima essendo il cervello maggiormente ‘marcabile’, avrà più ripercussioni. Si, perché il trauma ha delle ripercussioni appunto, non immediatamente o direttamente palesabili.
Steven W. Cole, immunologo e oncologo del Campus di Los Angeles che su Plos Genetics documenta come due classi di cellule immunitarie, le dendritiche e i monociti, sotto l’influsso delle avversità sociali, strutturano una risposta stabile di tipo infiammatorio, che può rimanere silente nel tempo e poi riattivarsi sotto stress. La combinazione di segnatura epigenetica cerebrale disfunzionale e di quella immunitaria infiammatoria può spiegare meglio l’origine di molte malattie psichiatriche (depressione e psicosi) dello sviluppo (autismo) e neuro degenerative (Alzheimer).”
Tutto questo ci racconta che un evento traumatico, particolarmente doloroso può provocare mutamenti determinanti a livello di bio sistema personale. L’entità delle ricadute, l’intensità del dramma non è facilmente oggettivatile perché strettamente connesso alla struttura propria di ogni individuo. Eppure qualcosa oggi sappiamo di certo e universale: il dolore lascia delle segnature, delle tracce. A questo proposito ampliamo allora il concetto, abbiamo infatti visto cosa significa il termine trauma in virtù della sua derivazione etimologica, non tutti sanno tuttavia che in tedesco il termine ‘Traum’ significa invece Sogno. Ora cosa accomuna questi due concetti? In realtà sogno e trauma sono due termini uniti da una tradizione antica, possiamo riassumerlo così: si sa che in qualche modo quanto accaduto (di doloroso) ha precluso al soggetto la dimensione del sogno. E tale perdita significa perdere una caratteristica essenziale del proprio inconscio, nonché una dimensione fondamentale della propria esistenza. Il trauma è un evento di congelamento, i ricordi rimangono incapsulati, non digeribili, l’informazione non viene digerita in maniera integrata. Questo sconvolge l’equilibrio biochimico del sistema di elaborazione dell’informazione a livello cerebrale, creando una ‘patologia neuronale’: causata dall’iper eccitazione di un’area specifica e dall’interazione di neuro trasmettitori attivanti.
Il dolore ha insomma una consistenza fisica, biochimica, bio dinamica e importanti ripercussioni nella sfera biopsicosociale dell’individuo che soltanto grazie al valido supporto dello psicologo si possono superare.
Dott.ssa Agnese Scappini (Psicologa)
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